
Summit 2023 l’Intelligenza artificiale (IA) e il futuro del business
Perché la riunione? Vi sono preoccupazioni? Perché porre delle regole?

Il Summit è un evento in cui aziende, esperti, manager e innovatori si confrontano sul futuro e sull’impatto nel business delle nuove tecnologie che stanno rivoluzionando e cambiando il nostro modo di vivere e lavorare.
Talmente è diventata importante e grande l’IA che si è tenuto per due giorni a Bletchley Park, centro di decrittazione a nord di Londra il Summit globale per valutarne rischi e potenzialità.
Evento voluto dal premier britannico Rishi Sunak, secondo il quale ha ritenuto necessario analizzare anche i
“pericoli potenzialmente più gravi”.
Attesi al vertice diversi leader mondiali, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyer, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, la vicepresidente americana Kamala Harris e per l’Italia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“L’intelligenza artificiale rappresenta già una straordinaria forza positiva nella nostra società, con infinite opportunità per far crescere l’economia globale, fornire servizi pubblici migliori e affrontare alcune delle più grandi sfide del mondo, ma i rischi posti dall’IA sono seri e sostanziali ed è fondamentale lavorare insieme, sia a livello settoriale che nazionale, per riconoscerli”,
ha dichiarato la ministra per la Tecnologia britannica Michelle Donelan prima dell’apertura della conferenza.
Nella sua dichiarazione fa certo ben capire che le preoccupazioni sono tante e pesanti,
ma quali sono?
Sappiamo che ci sono due tipi di IA. L’IA Forte, macchina totalmente in grado di sostituire l’uomo creando una propria coscienza e l’IA Debole, macchina creata per alleggerire determinate mansioni lavorative all’uomo. Tra le due viene subito all’occhio l’IA Forte, un intelligenza artificiale in grado di arrangiarsi, di prendersi da sola le proprie informazioni tramite internet, di copiare i nostri modi, una totale indipendenza.
I rischi in questo sono tanti.
La sparizione dell’essere umano, la difficoltà nel trovare un lavoro perché le macchine portano più vantaggi di un operaio che può stare male, va più lento, va pagato, di conseguenza la diminuzione lavorativa per l’uomo, la non libertà nel fare le proprie cose e la non libertà del proprio essere, la non libertà di parola e di pensiero, la divulgazione dei dati personali; la privacy che non viene mantenuta, dati divulgati a persone errate da creare così forse stalker, IA usata in guerra.
Queste sono solo alcune delle motivazioni a cui possiamo pensare, ma se pensiamo a diramarle come un albero, sicuramente prenderemmo paura. Una paura che accomuna tutti i nostri leader tra cui quelli elencati. Dalla paura c’è la consapevolezza della cosa e da essa se ne ricava poi il volere una soluzione e dalla soluzione, delle regole! Ecco perchè sono dovuti arrivare a fare questo Summit. Per poter parlare molto chiaramente e mettere per iscritto delle regole limitanti all’IA.
I rischi non sarebbero solo per loro in maniera singola, ma bensì globale. Rischiare un crollo totale, una rivoluzione o peggio una guerra non fa parte dei loro piani.
Un mese fa ( Ottobre 2023), all’assemblea generale dell’Onu, Giorgia Meloni esortò al massimo impegno per
“non commettere l’errore di considerare questo dominio una sorta di zona franca senza regole, poiché l’evoluzione della tecnologia deve rimanere al servizio dell’uomo e non viceversa”.
Servono barriere etiche per l’intelligenza artificiale è la tesi di Giorgia Meloni, che a Londra nelle due sessioni a porte chiuse ribadisce la necessità di
“dare applicazione pratica al concetto di algoretica”,
evidenziando come non sia altra scelta se non lavorare a un quadro normativo globale.
Parole ben decise e ponderate dalla nostra Meloni,
ma che per fare questo forse un pò le cose ci siano sfuggite già di mano?
Vi è anche Re Carlo del Regno Unito dove propone agli altri stati di adottare collettivamente un rapporto sullo stato della scienza per comprendere cappacità e rischi di questa forntiera della tecnologia.
“i rischi dell’IA devono essere affrontati con un senso di urgenza, unità e forza collettiva”
ha detto il sovrano Re Carlo. Ci si immagina con quanta serietà e gravità lo abbia detto essendo anche lui molto coinvolto in tutto ciò.
Ma!, vi è anche Elon Musk, fondatore di Tesla sulla questione! Il fondatore di Tesla ha dialogato con il primo ministro britannico Rishi Sunak in uno degli eventi e ha affermato che sarebbe positivo per la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Cina allinearsi sugli aspetti in sicurezza dell’IA.
Quello che viene da chiedersi è:
perché Elon Musk consiglia unicamente a queste tre grandi potenze di allinearsi sulla sicurezza riguardante l’IA?.
Ci sono alcune domande alle quali non vi sono risposte ancora chiare o per lo meno non vi sono ancora, come se una nebbia fitta vi si fosse appoggiata sopra. Quello che al momento è chiaro è che l’IA dall’essere all’inizio un beneficio, ne stia diventando sempre più una minaccia per quanto ci stia aiutando ad accellerare i tempi di alcune tematiche di crescita,
ma di altre che forse ci stia portando all’auto distruzione?
La cosa che ora possiamo fare è impostare delle regole, cosa che stanno attuando. Dalle regole possiamo poi passare a metterle in atto e si spera poi di non superarne il limite, un limite a cui nessuno gioverebbe.
Gelmini Isabella